L’attestato di qualità: una vera garanzia per i committenti

A due anni dalla mia entrata nell’associazione, in questi giorni ho ricevuto il mio primo attestato di qualità da parte di Assointerpreti.

Le associazioni professionali di traduttori e interpreti rilasciano ai propri soci un’attestato di qualità e qualificazione professionale ai sensi della legge 4/2013. Questo documento non solo attesta che il socio è in regola con gli standard dell’associazione, che ha una copertura assicurativa di Responsabilità Professionale e che segue con regolarità i corsi di aggiornamento professionali, ma anche che non ha subito provvedimenti disciplinari e che non è stato oggetto di contestazioni da parte dei clienti. Anzi, per ottenere l’attestato è necessario presentare tre valutazioni positive da parte di clienti e da parte di colleghi.

L’attestato è quindi una vera garanzia per i committenti e ha una validità di due anni. Al termine del biennio il socio è tenuto a dimostrare di essere ancora in regola con i requisiti per ottenere il nuovo attestato.

La professione dell’interprete di conferenza non è regolamentata, e quindi chiunque può praticarla, anche senza le necessarie qualificazioni o i titoli di studio. Fortunatamente però il 14 gennaio 2013 è entrata in vigore la legge 4/2013, che “disciplina le professioni non organizzate in ordini o collegi” e che ha fornito le basi per la nascita della Norma UNI 11591:2015.

Questa norma è uno strumento utilissimo per i committenti di servizi di traduzione e interpretazione, perché chiarisce quali sono le conoscenze, le abilità e le competenze che devono avere le “figure professionali operanti nel campo della traduzione e dell’interpretazione”, ovvero noi interpreti e traduttori. Io sono interprete di conferenza per il tedesco certificata a norma UNI 11591:2015 da due anni e sono una grande sostenitrice della sua utilità e importanza. Se l’argomento vi interessa, non esitate a chiamarmi o scrivermi per avere spiegazioni o materiali di approfondimento.